Contrabbasso (corso non attivo)

Il contrabbasso, di cui si conoscono esemplari che risalgono alla fine del Cinquecento, è lo strumento più grave della famiglia degli archi, e quello che ha le dimensioni più grandi. I suoni reali sono all’ottava più bassa di quelli scritti.

Questo strumento poggia su un puntale metallico. A causa delle sue dimensioni l’esecutore deve suonarlo stando in piedi, oppure seduto su uno sgabello particolarmente alto. La sonorità del contrabbasso è piuttosto asciutta, rauca, e tecnicamente parlando è meno agile degli altri strumenti ad arco. Non è tanto uno strumento solista, ma ha importanza fondamentale nella musica orchestrale, perché sostiene al basso le note fondamentali dell’armonia. Occupa un posto di rilievo nella musica jazz.


Violoncello

Il violoncello o, come viene anche definito, «cello», deriva dal basso della viola da braccio, con modificazioni di forma suggerite ai liutai dalle esperienze fatte col violino.

Accordato all’ottava bassa della viola, il violoncello, date le sue dimensioni, poggia su un sostegno metallico, il puntale, ed è sostenuto fra le ginocchia del suonatore che sta seduto. Il suo suono è molto caldo, morbido, vellutato.

Nella seconda metà dell’Ottocento ebbe inizio per il violoncello il periodo, che dura tuttora, di massimo fulgore. Con la sua voce intensa e pastosa ma priva di squilli metallici, il violoncello impersonò tra gli strumenti l’eroe sconfitto del melodramma romantico, e seppe scuotere le fibre più intime dei cuori ottocenteschi con la sua nobile rassegnazione o, ancor più, con il suo pianto virile. La prima metà del Novecento ha visto la nascita di numerose opere destinate allo strumento.


Viola

La nobile viola è il ‘contralto’ della famiglia degli archi, dalla voce più calda e morbida e dalle proporzioni più grandi rispetto al violino.

La sua letteratura comprende sonate e pezzi con pianoforte, moltissime composizioni per trio, quartetto e quintetto d’archi, molti concerti e pezzi con orchestra. Celebri musicisti come Bach, Mozart, Beethoven e Dvořák suonavano di preferenza la viola nella musica da camera.

Nel Novecento la viola ha avuto una grande riscoperta e affermazione grazie a un creativo interesse da parte di importanti compositori quali Béla Bartók, Paul Hindemith, Richard Strauss, William Turner Walton e altri.

In orchestra le viole hanno alcuni impasti timbrici caratteristici e affascinanti.

 


Violino

Derivato dall’antica tradizione degli strumenti a corde sfregate, il violino è il più piccolo degli strumenti ad arco, alla cui costruzione si sono dedicati con prodigiosa perfezione celebri liutai come Andrea Amati, Antonio Stradivari e Bartolomeo Giuseppe Guarneri ‘del Gesù’.

La sua letteratura è enorme, sia per violino solo sia per violino e pianoforte o per violino e vari strumenti. Altrettanto ampio è il suo uso in orchestra, già a partire dal Seicento fino ai giorni nostri.

Strumento affascinante e duttile, estremamente cantabile e ricco di possibilità tecniche e coloristiche, il violino gode di una eterna gioventù, che non conosce decadenze, e sfida ancora oggi gli apparati più perfetti della scienza elettronica applicata alla musica.

 


Chitarra

La chitarra è uno strumento a corde pizzicate. Deve la sua fortuna al fatto di essere uno strumento portatile e, nonostante questo, completo. Infatti può suonare sia una singola melodia sia brani polifonici, ovvero a più voci. Inoltre il suo repertorio comprende musiche integralmente classiche ma anche brani più moderni e vicini alla sensibilità dei giovani.

Diffusa nei salotti del Sette-Ottocento, presente abbastanza di frequente nel teatro lirico, e utilizzata nel concerto solistico del Novecento e nelle più varie formazioni di musica da camera, avvalendosi anche dell’ampio repertorio della trascrizione, la chitarra è uno strumento oggi sempre più amato e diffuso.

 

 


Arpa e Arpa Celtica

L’arpa è uno strumento a corde pizzicate. L’arpa moderna, usata in orchestra, ha 47 corde intonate diatonicamente (come un pianoforte con i soli tasti bianchi) e può suonare in qualsiasi tonalità, realizzando quindi ogni grado cromatico (i tasti neri del pianoforte) grazie a un sistema di pedali.

L’arpa celtica si differenzia dall’arpa moderna per diversi aspetti: ad esempio, è più piccola e presenta le chiavi – chiamate “lever” – anziché i pedali, con cui si ottengono i semitoni.

L’arpa si suona abbracciandola e appoggiandosela sulla spalla. L’arpista sente così vibrare su di sé ogni vibrazione dello strumento, capace di ottenere straordinari e preziosi effetti coloristici.